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Chi dovrebbe creare un canale per i reclami?

Il 26 novembre 2019 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea la Direttiva UE 2019/1937, del 23 ottobre, relativa alla tutela delle persone che segnalano violazioni del diritto dell’Unione, nota anche come Direttiva sugli ‘whistleblower’. Una delle chiavi di questa direttiva è l’obbligo di implementare un canale di reclamo interno, ma chi dovrebbe stabilire un canale di reclamo?

La direttiva deve essere recepita nell’ordinamento giuridico interno di ciascuno Stato membro dell’Unione europea. Il termine per il recepimento è fino al 17 dicembre 2021.

Chi è interessato dalle nuove normative? In sostanza, l’obbligo di istituire un canale di reclamo è imposto agli enti pubblici, ma anche a quelli privati con 50 o più lavoratori.

Qual è il termine ultimo per l’attuazione del regolamento “whistleblowing”? Il periodo di attuazione termina inizialmente nel dicembre 2021, ma le aziende con un numero di dipendenti compreso tra 50 e 249 hanno altri due anni di margine fino a dicembre 2023 per le entità giuridiche del settore privato con più di 50 dipendenti. Saranno obbligate anche le aziende che fatturano più di 10 milioni di euro, indipendentemente dalle loro dimensioni.

Ma a prescindere dalla direttiva, il canale è già previsto da altre normative/leggi e interessa diversi ambiti e aziende. Ecco qui alcuni di loro:

  • Conformità penale ONU 19601 / ISO 37301
  • Protocollo di molestie sul lavoro, sessuali o basate sul sesso
  • Piano per l’uguaglianza
  • Legge sulla protezione dei dati
  • Riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo

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